Chiesa di San Quirino - Parma
Domenica 14 ottobre 2018 dalle 16 alle 19
nell'ambito di Verdi OFF
Domenica 14 ottobre 2018 dalle 16 alle 19
nell'ambito di Verdi OFF
Foto di Stefano Vaja
AIDE, canti migranti
progetto e regia Andreina Garella
ambientazione Mario Fontanini
Musiche Ailem Carvajal
Musiche Ailem Carvajal
con Kehinde Aliu, Pia Bizzi, Valentina Ceclu,
Favour David, Sokhna Mariama Diakhate, Roberta Garulli, Polina Grusca, Alida
Guatri, Happy John, Angela Marchetti, Enrica Mattavelli, Tina Oni, Blessing
Okoromi, Angela Pagani, Teresa Portesani, Franca Pius, Isabella Prealoni,
Simona Spaggiari, Patrizia Sivieri,
Silvia
Tarasconi, Marta Toschi, Alem Tesfay Hagos, Elena Vezzani
in collaborazione con Ciac Onlus, Pozzo di Sicar, Svoltare Onlus
Organizzazione Alida Guatri
Un’Aida
contemporanea, che rispecchia e racconta la nostra società, una storia che si ripete, una storia di migrazioni e fughe, è “Aide.
Canti migranti” nell'allestimento di Festina Lente Teatro e Vagamonde.
Aide è una rifugiata e, come le tante che arrivano oggi in Europa, conosce bene
la condizione dell’esilio, della migrazione, il significato di separazione,
lontananza, speranza. Aide parla di
donne e di dittatori, di guerre inutili e di oppressione ma anche di donne che si mettono in viaggio, che arrivano
in luoghi nuovi, desiderose di fare. In scena 23 donne, native e migranti.
Poesia,
parole ed emozioni si intrecciano e si sovrappongono in un viaggio attraverso
la differenza culturale e la comunanza dei sentimenti, creando un tessuto di
emozioni e sapienza. Aide aggiunge cultura a cultura, scambia
memoria con memoria. Aide siamo tutte noi.
La
rappresentazione è strutturata come una sorta di spettacolo itinerante, un percorso attraverso lo spazio in cui il pubblico sceglierà liberamente il
proprio tragitto, coinvolto in tante micro rappresentazioni nell’ambientazione
scenica curata da Mario Fontanini. Come in una camera a bolle, il
passaggio degli spettatori lascerà traccia di sè e delle proprie emozioni;
contaminando la scena e interagendo con le donne, il pubblico modificherà la
dinamica della fruizione, creerà diversi punti di vista e avrà modo di
constatare che esistono differenti modi di stare in questo mondo, tutti
egualmente validi e condivisibili.
‹‹Con questo progetto vorremmo
contribuire a colmare la distanza tra la realtà in cui viviamo e la nostra
capacità di comprendere una società in rapida transizione, sempre più plurale e
cosmopolita. Vorremmo capirne le logiche, le nuove forme sociali, di costume,
di concezioni culturali, nel tentativo di raggiungere una rinnovata
consapevolezza civile, che attribuisca valore alle differenze. Vorremmo creare
spazi di convivenza e condivisione, relazione e scambio, spazi in cui
identificarsi, ponendo domande, cercando risposte. Abbiamo riflettuto sulle
parole apertura, chiusura, movimento, libertà, razzismo, cambiamento, identità,
paura, ricercando nel loro significato forme tangibili di convivenza e dialogo. Tutto questo in un momento in cui si fanno leggi sulla sicurezza dimenticando la libertà dell'essere umano>>.
Foto di Stefano Vaja
Nessun commento:
Posta un commento