martedì 17 dicembre 2019

UBU al Luna Park, liberamente tratto dall’Ubu Re di Alfred Jarry



Foto Nicolò degl'Incerti Tocci

Venerdì 20 e sabato 21 dicembre 2019 ore 20.30
Teatro Cavallerizza Reggio Emilia

Progetto Teatro e Salute Mentale




Ubu vuole a tutti i costi diventare re e prendere il potere, per fare questo tutto è possibile. Ubu è grottesco, ingombrante, è vigliacco, vittima, carnefice, buffone, ma soprattutto feroce, ci fornisce una prospettiva sulla realtà, perché se di Ubu c’è né uno solo i suoi imitatori sono tanti e non hanno del suo modello la consistenza fantastica.

Non c’è più differenza fra bene e male, giusto e ingiusto, onesto e disonesto, non c’è differenza tra i personaggi tronfi e ridicoli, folli e tragici sul palcoscenico e quelli della vita reale. Forse siamo tutti diventati un po' Ubu?

Ubu ci costringe a misurarci con una umanità ormai deformata, incapace d’empatia e di condivisione.

Chi ci salverà? Ci salverà la luna, quella luna raggiunta da tanti viaggi poetici istantanei come dardi, senza implicazioni tecnologiche, consumata da analogie, riflessioni, sogni. Ci salverà la scienza delle soluzioni immaginare che ci può fare vedere un universo fatto di eccezioni. Ci salveranno i lunatici, i fragili portatori di mille sensazioni piacevoli, quelli che manifestano ogni volta una dolce illusione, quelli che ci fanno volare nello spazio salvi e liberi di pensare, quelli che ci guardano come magnifico sogno, quelli che parlano alla luna e passeggiano nell'attesa di una poesia. 

Abbiamo ambientato Ubu in un Luna Park, un luogo di divertimento, magico e realista, ma anche luogo di distrazione, sbadataggine, superficialità, noncuranza, trascuratezza, e anche lo spazio diventa specchio del genere umano.



In scena persone con fragilità e disagio psichico, un gruppo di straordinaria umanità, che amalgama dolore e piacere, caos e ordine, follia e normalità, in una continua alternanza di emozioni, e che trasforma la fatica del vivere in poesia.

Progetto Mario Fontanini e Andreina Garella

Regia Andreina Garella

Ambientazione Mario Fontanini

musiche Banda di Quartiere, diretta da Emanuele Reverberi



con Stefano Barbieri, Elena Beltrami, Luciano Bertazzoni, Francesco Campana, Marco Cavalli, Giovanni Coli, Antonio Cirillo, Carmine Cirillo, Marco Di Franco, Gaia Gambarelli, Giampaolo Gualtieri, Caterina Iembo, Giuliano Iembo, Paola Iotti, Patrizia Marcuccio, Stefano Marzi, Laura Nocca, Antonia Prandi, Igli Senka, Massimo Torri, Aurelio Vergai.



organizzazione Patrizia Marcuccio

coordinamento Elena Beltrami

ufficio stampa Raffaella Ilari

martedì 8 ottobre 2019

IL RIFUGIO DELLA SABBIA, intime nostalgie dal Nabucco



DOMENICA 13 OTTOBRE 2019, GALLERIA SAN LUDOVICO, DALLE 16 ALLE 19

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria (verdioff@teatroregioparma.it)


a cura di Festina Lente Teatro e Vagamonde
Commissione di VerdiOFF in prima assoluta 



  «Come in Nabucco il popolo ebraico è costretto all’esilio, i protagonisti dello spettacolo guardano alla terra lasciata e alla terra ritrovata per ridisegnare relazioni, storie, idee, pensieri e per intercettare i cambiamenti in atto. La cultura è in continua evoluzione, gli individui sono in continuo mutamento. Il nostro tentativo è quello di andare avanti, non di tornare indietro. In un’epoca in cui si pensa che tutto debba rimanere immobile, tutto si debba chiudere, l’arte diventa quasi un fatto politico. Non dobbiamo avere paura del cambiamento, siamo chiamati a grandi cose, ad aprirci, accogliere, capire. Non importa la religione, l’età, il colore della pelle: insieme lavoriamo intorno ad un progetto comune e giochiamo a fare teatro. Il teatro è vita, offriamo una visione laica dello stare insieme.»

Andreina Garella



In scena un gruppo di donne di tutto il mondo, vecchie e nuove cittadine, migranti e native, sono le protagoniste dello spettacolo che tratta il tema dell’esilio come smarrimento e perdita, ma anche come condizione di salvezza e rinascita che sembra annunciare il mondo di domani.

Il pubblico in movimento, vincolato da una sbarra, si sposterà nello spazio scenico curato da Mario Fontanini nel quale azioni, musica e parola si intrecciano e si sovrappongono in un viaggio attraverso le differenze culturali e la comunanza di sentimenti.

La musica verdiana, nella ricerca musicale di Ailem Carvajal, irromperà nelle diverse azioni sceniche.

In concomitanza con lo svolgimento dello spettacolo, su un piccolo podio posto nello spazio antistante l’ingresso alla Galleria, alcuni cittadini e studiosi parleranno di esilio, di persone che per necessità o per scelta, hanno lasciato il proprio paese facendo spostamenti forzati o desiderati.



Il nuovo progetto prosegue il percorso teatrale che dal 2003 Festina Lente Teatro e Vagamonde conducono rivolto alle donne migranti e native, in cui sperimentano le straordinarie possibilità di relazione, espressione e riflessione offerte dalla pratica teatrale che permette a donne e uomini di parlarsi e ascoltarsi, convogliando in progetti comuni diverse culture, esperienze e aspettative. Un teatro che cerca la comunità e sperimenta l’incontro.


ideazione Andreina Garella e Mario Fontanini
regia Andreina Garella
ambientazione Mario Fontanini
musiche Ailem Carvajal


con Rodha Arewe, Isabel Esperanza  Arpasaca Chauca,  Pia Bizzi, Valentina Brinza, Greta  Cavalieri, Favour David, Sokhna Mariama Diakhate, Malki Thakshila Ekanayaka Ekanayaka Mudiyanselage, Roberta Garulli, Alida  Guatri, Polina Grusca, Lysette Gue, Enrica Mattavelli, Sandra Omorodion, Angela Pagani, Franca Pius, Teresa Portesani, Isabella Prealoni, Ishama Nethmi Rajasuriya Rankoth Pedige , Kushani Dilki Madubashini Rankoth Pedige, Rita Samson, Patrizia Sivieri, Simona Spaggiari, Aisha Tijni, Martina Zarlenga e Peter Arouma

organizzazione Alida Guatri
ufficio stampa Raffaella Ilari
foto Stefano Vaja

in collaborazione con Cooperativa Sociale Svoltare, Ciac onlus, Di Mano in Mano, Lago di Pane
Si ringraziano i Missionari Saveriani

lunedì 30 settembre 2019

LA VITA NON SA DI NOMI il documentario

Martedì 1 ottobre 2019 Libreria Einaudi Reggio Emilia

Un progetto di teatro e salute mentale per raccontare e scoprire che la fragilità è una delle tante forme di stare al mondo. Un gruppo di attori e attrici, fuori dagli schemi. Una realtà artistica, nata dal  disagio e dall’esclusione sociale.