Dal 2003 Festina Lente Teatro in collaborazione con Vagamonde porta avanti un importante percorso teatrale rivolto a
donne migranti e native, dove si è sviluppato uno scambio creativo fra le
diverse culture, Un teatro come strumento di educazione e di integrazione
sociale e portatore di pari opportunità.
Essere
migranti è vivere in due universi, quello in cui si è immersi, ma anche quello
che si è abbandonato, definitivamente o temporaneamente, è lacerazione, è
divisione.
Le
molteplici invisibili lacerazioni, la forza creativa della nostalgia accendono
la memoria, l’immaginazione, il desiderio di tornare a casa, sia pure
attraverso il teatro.
Le storie
delle donne migranti e native, i loro racconti e i loro pensieri si sono
intrecciati e sovrapposti in un viaggio attraverso le differenze di cultura e
la comunanza dei sentimenti, intrecciando un tessuto di emozioni e di sapienze.
Abbiamo
sentito dentro di noi la necessità del nostro teatro, la necessità del fare
teatro come antidoto ai pregiudizi e collante universale.
Abbiamo
navigato ininterrottamente sulle storie, abbiamo pescato sul non detto delle
storie, abbiamo ricercato nuove identità emergenti dalle storie.
Fare teatro
è forse l’unico modo che abbiamo per essere liberi, liberi di cambiare
identità.
Il nostro obbiettivo è stato quello di affermare la
possibilità concreta di far convivere culture e mondi diversi, dando voce a chi
spesso non ce l’ha, valorizzando saperi e competenze, offrendo occasioni di
partecipazione reale a chi spesso è ai margini o escluso, e rendendo
protagonisti i volti e le storie del nostro territorio, storie ricche, ma
troppo spesso invisibili.
Da queste premesse è nata La nave di Penelope, progetto di teatro
rivolto a donne coraggiose, viaggiatrici, migranti, a donne sensibili,
curiose, moderne “Penelopi”, che lasciano la casa di Ulisse
e si mettono in viaggio, a volte fuggono, arrivano, desiderose di fare.
Con questo
progetto ci siamo incontrate, abbiamo condiviso esperienze, atmosfere, storie
vissute o immaginate.
Abbiamo
condiviso il progetto teatrale , le diverse culture.
Abbiamo
ascoltato con grande piacere le diverse lingue e le diverse storie
sviluppando
una sensibilità all’ascolto per poi arrivare all’incontro, al dialogo e
soprattutto allo scambio culturale con l’altro. Alle contaminazioni, alla
trasformazione. E soprattutto attraverso il teatro siamo uscite dai pregiudizi
che spesso gli altri ci impongono.
In questi quindici anni abbiamo incontrato più di cento donne di età compresa dai 18 ai 60 anni, di tutto il mondo, che hanno dimostrato
la voglia di far sentire la propria voce, di essere protagoniste della propria
storia individuale e collettiva.
Abbiamo messo in scena:
LA TERRA DESOLATA Nel
proliferare di muri, barriere, reclusioni in società tecnologicamente
avanzatissime e psicologicamente fragilissime, sentiamo l’urgenza di riflettere
sulle paure, sull’ignoranza e le ragioni che ci spingono a
rinchiuderci/rinchiudere, separarci/separare, fermarci/fermare.
IL CIBO BUONO Non parliamo solo di cibo, quando parliamo di cibo.
Un progetto teatrale intorno al cibo, per
capire meglio le dinamiche del mondo, entrare in contatto con culture diverse,
avviare un dialogo.
NON PER AMORE
lo spettacolo affronta i temi delle relazioni sentimentali,
della ricerca di nuove modalità di convivenza tra i sessi e del superamento
della violenza sulle donne. La novità
di questa esperienza è stata quella di mettere a confronto, attraverso la
pratica teatrale, uomini e donne, facendoli lavorare prima separatamente e poi
arrivando a una sintesi nello spettacolo finale.
NON UN PASSO INDIETRO Dieci
anni di un progetto teatrale rivolto alle donne migranti e native ideato da
Festina Lente Teatro in collaborazione con l'Associazione Vagamonde.
EXTRAURBANE Storie
di donne migranti, micro racconti di ieri e di oggi, per cittadini in attesa.Brevi performance teatrali a sorpresa, due attrici una italiana e
una straniera, accompagnate e salutate alla partenza della fermata d’autobus da
una piccola banda musicale raccontano l’emigrazione nel doppio senso, come
memoria e condizione di donne emigrate italiane di ieri a confronto con storie
di donne migranti straniere di oggi, scoprendo in questo modo destini sogni
bisogni comuni. Le difficoltà di allora sono molto, troppo simili a quelle di
oggi. Abbiamo dimenticato troppo in fretta le partenze dolorose dei nostri
nonni.
MADRE REGINA Ha cercato di
portare alla luce l’esperienza delle donne che hanno vissuto e vivono il
percorso migratorio, focalizzando in particolare la loro condizione di madri. In scena le stesse donne madri incontrate
durante il percorso. Ogni madre racchiusa
nella sua quotidianità è diversa, ma tutte le madri hanno gesti ed emozioni
comuni.
DI MANO IN MANO Un progetto teatrale
realizzato negli spazi del Museo Guatelli.
In
scena nove donne da varie parti del mondo, impegnate in un percorso comune a
partire dagli stimoli suggeriti dagli oggetti del Museo Guatelli. Gli oggetti che ci circondano raccontano le
nostre vite, qualcosa della nostra anima che credevamo perduta, ma anche
ricordarci la sovrabbondanza di cose che rischia oggi di inghiottirci.
LA CITTA' DEGLI ALTRI uno spettacolo itinerante. Una visita guidata alla città , nel centro
storico, dove una donna migrante, accompagnata da un fisarmonicista, ha raccontato
i luoghi della città nel tentativo di riconoscere e ricomporre le differenze.
Altri sguardi per luoghi comuni, altri racconti per una città diversa.
PANE E ROSE Le donne vogliono si il pane ma cercano anche le rose per assicurarsi la possibilità di un futuro.
LA NAVE DI PENELOPE Racconti
di donne che non si rassegnano più ad aspettare uomini dispersi nel
mondo alla ricerca di fortuna ma, moderne “Penelopi”, lasciano la casa
di Ulisse e si mettono in viaggio, a volte fuggono, arrivano, desiderose
di fare.
SCENE MADRI Voci di donne protagoniste e vittime della nostra contemporaneità.
VOCI INVISIBILI Liberamente tratto dalle città invisibili di Calvino.
Viaggia
la nave di Penelope, su un mare di orgoglio e di coraggio
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