5 stanze, 5 registe, molte voci della città
Essere accolti
in una stanza dove si parla di cura, la cura di se, la cura degli altri,
la cura del mondo.
Non c’è
relazione non c’è socialità senza prendersi cura.
Essere accolti
in una stanza dove si parla di materno ricevendo indicazioni su come è
necessario “non perdere tempo”.
Materno, una
modalità di azione che parte dall’essere donna, non un destino femminile
da cui scappare, non una miseria da abolire ma una ricchezza da mettere al
centro delle relazioni tra le persone e della politica. Una premessa necessaria
la cura, come valore culturale collettivo.
Nascere donna
vuol dire nascere predisposta allo sbilanciamento del centro di gravità che si
sposta in altro, fuori di sé.
Nascere donna
vuol dire nascere predisposta ad individuare quel po’di sporco che ci affligge.
Un po’ sporco è
il mondo.
Abbiamo intervistato Maria Bologna, Giacomina Castagnetti, Rosaria Ruta
Regia Andreina Garella
Con Luisa Carini, Mariama Diakhate
Ambientazione Mario Fontanini
e la preziosa collaborazione di Patrizia Marcuccio
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